domenica 14 settembre 2014

La malattia di Alzheimer

La malattia di Alzheimer, è la forma più comune di demenza degenerativa invalidante che si manifesta prevalentemente in età presenile (oltre i 65 anni, ma può manifestarsi anche in epoca precedente).
La patologia è stata descritta per la prima volta nel 1906, dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer. Nel 2006 vi erano 26,6 milioni di malati in tutto il mondo, e si stima che ne sarà affetta 1 persona su 85 a livello mondiale entro il 2050.


I sintomi

I primi sintomi osservabili sono spesso, erroneamente, considerati problematiche "legate all'età", o manifestazioni di stress.
  • amnesia anterograda: incapacità dell'individuo affetto da morbo di Alzheimer di ricordare eventi recenti, mentre i malati tendono a mantenere (relativamente) un buon ricordo delle vicende passate;
  • aprassia: si riferisce all'incapacità di compiere azioni comuni come ad esempio fischiettare, preparare il caffè, cucinare e altro ancora;
  • agnosia: incapacità di riconoscere cose prima note;
  • anomia: incapacità a nominare un oggetto pur riconoscendolo;
  • disorientamento spazio-temporale: accade quando l'individuo malato di Alzheimer non è più in grado di rispondere a domande come ad esempio "che giorno è oggi", "in che mese siamo", "dove ci troviamo ora";
  • acalculia: perdita delle capacità di compiere semplici operazioni matematiche;
  • agrafia: il soggetto ha difficoltà di scrittura;
  • deficit intellettivi: peggioramento delle capacità di ragionamento, giudizio e pianificazione;
  • cambiamenti nel tono dell'umore

Quando si ipotizza la presenza di una possibile malattia di Alzheimer, la diagnosi viene di solito confermata tramite specifiche valutazioni comportamentali e test cognitivi, spesso seguiti dall'imaging a risonanza magnetica (è una tecnica di generazione di immagini usata prevalentemente a scopi diagnostici in campo medico, basata sul principio fisico della risonanza magnetica nucleare).
Poiché per la malattia di Alzheimer non sono attualmente disponibili terapie risolutive e il suo decorso è progressivo, la gestione dei bisogni dei pazienti diviene essenziale. Spesso è il coniuge o un parente stretto a prendersi in carico il malato, compito che comporta notevoli difficoltà e oneri. Chi si occupa del paziente può sperimentare pesanti carichi personali, che possono coinvolgere aspetti sociali, psicologici, fisici ed economici.

La malattia di Alzheimer è definibile come un processo degenerativo che pregiudica
progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale e provocandone alla fine la morte. 

La malattia è dovuta a una diffusa distruzione di neuroni, principalmente attribuita alla beta-amiloide, una proteina che, depositandosi tra i neuroni, agisce come una sorta di collante, inglobando placche e grovigli "neurofibrillari". La malattia è accompagnata da una forte diminuzione di acetilcolina nel cervello (si tratta di un neurotrasmettitore, ovvero di una molecola fondamentale per la comunicazione tra neuroni, e dunque per la memoria e ogni altra facoltà intellettiva). La conseguenza di queste modificazioni cerebrali è l'impossibilità per il neurone di trasmettere gli impulsi nervosi, e quindi la morte dello stesso, con conseguente atrofia progressiva del cervello nel suo complesso.
A livello neurologico macroscopico, la malattia è caratterizzata da una diminuzione nel peso e nel volume del cervello, dovuta ad atrofia corticale, visibile anche in un allargamento dei solchi e corrispondente appiattimento delle circonvoluzioni.






Fattori di rischio

Morbo di Alzheimer - Definizione, Sintomi, Cause

  • Età: è il fattore di rischio più significativo. Sebbene sia possibile sviluppare demenza precoce, il rischio aumenta con l'età. Difficilmente viene diagnosticata demenza prima dei 65 anni. In particolare, dopo i 65 anni il rischio di sviluppare morbo di Alzheimer raddoppia ogni 5 anni. Inoltre, questo rischio può essere dovuto a fattori associati all'invecchiamento come ad esempio l'alta pressione, l'aumento del rischio di malattie cardiache, modifiche a livello delle cellule nervose, del DNA e della struttura cellulare, oltre che l'indebolimento dei naturali sistemi di riparazione a cui l'organismo va incontro negli anni.
  • Sesso: è stato dimostrato che le donne hanno una probabilità leggermente maggiore di sviluppare il morbo di Alzheimer rispetto agli uomini. Una possibile spiegazione potrebbe essere dovuta al fatto che dopo la menopausa la donna smette di produrre estrogeni. Tuttavia studi controllati hanno suggerito che la terapia di sostituzione ormonale non ha alcun effetto benefico sullo sviluppo della malattia di Alzheimer, e può anche aumentare il rischio di una persona di sviluppare tale malattia.
  • Fattori genetici: il morbo di Alzheimer viene generalmente classificato in due sottotipi, in base all'età dell'insorgenza: si parla di Alzheimer precoce (early-onset AD, EOAD) e Alzheimer ad insorgenza tardiva (late-onset AD, LOAD).
    • Il morbo di Alzheimer ad insorgenza precoce rappresenta una piccola percentuale di tutti i casi di malattia di Alzheimer, il 6%. L'età a cui sopraggiunge varia tra i 30 e i 65 anni. Geneticamente, la trasmissione è di tipo autosomica dominante (una malattia genetica causata dalla forma allelica dominante di un gene difettoso, che giace su un cromosoma non-sessuale, detto autosoma).
    • Il morbo di Alzheimer ad insorgenza tardiva è la forma più comune, dove l'età di insorgenza è superiore ai 60-65 anni







  • Le informazioni in questo post sono state prese da (http://it.wikipedia.org/wiki/Malattia_di_Alzheimer) e da (http://www.my-personaltrainer.it/salute/morbo-di-alzheimer.html)

    2 commenti:

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